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“De falsa credita et ementita (at)testatoris declamatio”
Il falso nelle attestazioni e nelle relazioni, ha da sempre connotato la storia; la “Falsa Donazione di Costantino” (a Lui attribuita), malamente falsificata ma da sempre creduta autentica, fidei causa, fino al 1517, trova oggi speculare addentellato nella nuova previsione normativa di cui all’art. 236 bis l.f.. Nel presente articolo vengono esaminati i più salienti profili penali e civili di responsabilità dell’attestatore…
Cosa succede quando, in pendenza di un procedimento per dichiarazione di fallimento, il debitore deposita domanda di concordato con riserva mentre sta per scadere il termine annuale di cui all'art. 10 l.f.?
Il decreto-legge “Sviluppo” 83/2012 e la legge di conversione 134/2012 contengono delle ragguardevoli novità in tema di disciplina delle crisi d’impresa.
Crisi e sviluppo parrebbero porsi come termini e concetti antinomici, ma subito va sgomberato il campo dal sospetto dell’eterodossia delle misure sulla crisi d’impresa rispetto al contesto normativo. Il tratto che qualifica, davvero, l’art. 33 del d.l. (nella versione modificata con la legge di conversione) è rappresentato dalla dichiarata opzione di agevolare le imprese nell’uscita dalla crisi premiando soluzioni nelle quali un valore è rappresentato dalla continuità aziendale.
Ora non è seriamente sostenibile che tutte e proprio tutte le nuove disposizioni siano orientate ad assecondare un’impresa in crisi che voglia proseguire l’attività ma il leit-motiv è, senza dubbio alcuno, questo.
La circostanza che si sia voluto premere…
Nella vigente legge fallimentare la parola “fattibilità” compare, per quanto qui interessa, una sola volta e cioè nell'art. 161 l.fall. a proposito del fatto che un professionista deve attestare in una relazione che il piano è fattibile. I cultori delle banche-dati, incrociando i lemmi giusti, con assoluta semplicità possono avvertire che sino al 2005 la parola “fattibilità” non compariva nelle migliaia e migliaia di massime estratte dalla Voce di uno dei più diffusi Repertori di giurisprudenza.
Mentre è già in gestazione l’ennesima decretazione d’urgenza che ritoccherà, ancora una volta, la materia concorsuale, gli interpreti sono alle prese con il nuovo modello di concordato preventivo emerso dalla riforma dell’ultima ora, e in particolare con le nuove figure del concordato “con riserva” e “con continuità”. Una lettura a tutto tondo delle novità lascia trasparire una diversa versione della “fattibilità”...
La Prima Sezione civile della S. Corte di cassazione, con ordinanza interlocutoria 15 dicembre 2011, n. 27063, accogliendo finalmente un auspicio formulato da più parti, ha rimesso gli atti al Primo Presidente per consentirgli di valutare l’opportunità di sottoporre all’esame delle Sezioni Unite alcune questioni in tema di esercizio del potere di sindacato del Tribunale nel giudizio di omologazione del concordato preventivo in ordine al profilo della fattibilità, avendo registrato su questa problematica un contrasto interpretativo interno alla medesima Prima Sezione.
Il Presidente ha fissato per il 20 novembre 2012 l’udienza in cui le SS.UU. si pronunceranno.
“Avvolta per decenni nelle nebbie dell’art. 111 ancien règime, la prededuzione venne alla luce del sole col riformato art. 111 e, sul carro alato del binomio “in occasione o in funzione”, cominciò a volare alto, così alto da rischiare la sorte di Icaro.
Riportata sulla terra dall’art. 182-quater, nell’anno di grazia 2013 è destinata a vivere una nuova stagione, difficile dire se primavera o autunno.
Cerchiamo di scrutare il futuro di questa affascinante, quanto sfuggente novella figlia di Dedalo.”
Una inedita riflessione sulla meritevolezza degli atti di destinazione di cui all’art. 2645-ter codice civile quando correlati ad una procedura di concordato preventivo: si potrebbe distinguere tra atti di destinazione preventivi (costituiti dal debitore sui propri beni al fine di preservarli indenni prima del deposito della domanda) ed atti di supporto (stipulati da terzi per offrire nuova finanza ovvero garanzie in aiuto al piano del debitore concordatario).
Lo studio analizza la recente giurisprudenza in tema di ammissione al passivo e risoluzione del contratto nelle procedure concorsuali. Ripercorre inoltre l’evoluzione dall’inquadramento tradizionale (leasing di godimento e traslativo) alle prospettive che oggi si possono intravedere in ragione dell’accentuata natura “finanziaria” del leasing, impressa dalla norma fallimentare.
Può esservi una contraddizione tra l’affermare che l’azione revocatoria fallimentare ha natura redistributiva, funzione reintegrativa del patrimonio del fallito ed il sostenere che il debito restitutorio del revocato è un debito di valuta. Una sola delle due proposizioni è corretta con riferimento alla medesima fattispecie. L’altra, quale che si voglia scegliere a livello di opzione interpretativa, rimane disarmonica rispetto alla proposizione contraria. Questo contrasto logico-giuridico emerge da alcune recenti sentenze della Cassazione, di cui potrebbe essere auspicabile l’armonizzazione.