Con il d.lgs 136/2024 viene confermato l’orientamento del legislatore di favor per la soluzione della crisi d’impresa mediante strumenti di ristrutturazione “in continuità” e la liquidazione giudiziale diviene sempre più una extrema ratio.
Lo squilibrio patrimoniale, economico o finanziario e la crisi non sono segnali di una situazione compromessa, ma elementi che forniscono indicazioni per prevenire la liquidazione giudiziale e, a tal fine, è indispensabile un’adeguata formazione professionale per tutti i soggetti coinvolti. Infatti: i consulenti devono proporre modelli organizzativi, presidi, processi e procedure interne per rilevare tempestivamente i segnali di squilibrio; gli advisor devono saper selezionare, tra i vari procedimenti disciplinati dal diritto della crisi, quello che permette all’imprenditore di risolvere le difficoltà; il collegio sindacale e il revisore devono sollecitare l’organo amministrativo ad attivarsi per scegliere lo strumento idoneo che consenta di evitare la liquidazione giudiziale; i gestori della crisi devono avere conoscenze e risorse organizzative adeguate all’espletamento delle funzioni svolte.
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