Con queste premesse l’analisi spiega e rivendica le ragioni della “non indifferenza al sospetto” imposta dal sistema originato dalla Terza direttiva comunitaria antiriciclaggio. Dopo aver offerto una considerazione delle tematiche penalistiche del dolo eventuale e dell’individuazione di posizioni di garanzia nei destinatari degli obblighi antiriciclaggio, la riflessione si sposta sulle ragioni del limitato contributo al sistema segnaletico antiriciclaggio sin qui offerto dai professionisti. Con una risposta sottotraccia che si esplicita nel riconoscimento della diffidenza verso le prospettive di impiego fiscale dei dati acquisiti nel contesto dei controlli antiriciclaggio, di cui viene offerta una considerazione analitica, per giungere alla conclusione della imprescindibilità dei capisaldi del sistema. Lo studio muove dall’analisi di alcune novità statistiche nella gestione e nell’analisi delle segnalazioni di operazioni sospette, confrontandosi con la critica mossa dai destinatari della normativa antiriciclaggio al sistema delineato dalla d.lgs. n. 231/2007. Ovvero quella dunque di imporre impegni organizzativi sproporzionati a fronte dei risultati giudiziari conseguiti. Ma è davvero così?
Per scaricare l'intero articolo clicca qui