Giuseppe Rebecca (Dottore Commercialista in Vicenza/Schio)
Il recente d.l. n. 83 del 2015 è, ancora una volta, intervenuto “a piedi uniti” sulle procedure concorsuali, in pendenza dei lavori di una Commissione ministeriale appositamente istituita ai fini di una riforma organica, quasi a ribadire, ove ce ne fosse ancora bisogno, che le riforme in Italia si possono fare solo ricorrendo alla decretazione d’urgenza. Uno dei temi più importanti affrontati dal decreto del Governo, poi convertito con modificazioni dalla legge 6 agosto 2015, n. 132, è quello dei contratti pendenti…
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Osservatorio fiscale nelle procedure concorsuali presso il Tribunale fallimentare di Messina coordinato da Giuseppe Minutoli (Presidente di Sezione del Tribunale di Messina)
È noto a chiunque abbia un minimo di pratica nel settore delle procedure concorsuali che, per il curatore fallimentare, il periodo iniziale, immediatamente successivo all’accettazione dell’incarico, è caratterizzato da una molteplicità di adempimenti, di diversificata natura, ai quali egli è tenuto ad ottemperare - a volte con termini ristretti - e che sovente possono essere fondamentali per l’impostazione stessa e la positiva definizione della procedura concorsuale. Tra tali adempimenti, un ruolo primario svolgono quelli fiscali, che costituiscono sovente uno spauracchio o, comunque, un notevole impegno per qualsiasi curatore, pur nel frequente caso in cui egli sia un dottore commercialista ovvero si avvalga di un coadiutore esperto in materia o di un consulente contabile/tributario, per le responsabilità che sono connesse direttamente alla sua funzione. Di qui l’utilità del presente vademecum, che in grado di guidare il curatore non solo durante la fase iniziale, ma per tutta la procedura fallimentare.
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di Fabio Di Vizio, Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Pistoia
L’entrata in vigore dell’articolo 10 bis («Disciplina dell'abuso del diritto o elusione fiscale») della legge 27 luglio 2000, n. 212 («Disposizioni in materia di statuto dei diritti del Contribuente») e la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del decreto legislativo 24 settembre 2015 n. 158 sulla «revisione del sistema sanzionatorio», in vigore dal 22 ottobre di quest’anno, rappresentano i momenti di maggior interesse penalistico del non agevole processo di attuazione della delega fiscale (legge 11 marzo 2014 n. 23). L’autore ci illustra dettagliatamente le nuove disposizioni non facendo mancare le proprie osservazioni critiche su un approdo che egli non esita a definire ingenuo: imponendosi per legge la rigorosa irrilevanza dell’infedeltà per evasione valutativa ed interpretativa si corre, infatti, il rischio di non contrastare comportamenti solo apparentemente abusivi, poco contenibili con reazioni amministrative, specie ove sostenuti da interessate letture alternative dei criteri che caratterizzano l'ordinamento tributario, ora rese prevalenti sul dato fattuale reale.
Correndo il rischio dell’ovvietà, si evade fiscalmente in quanto ci si sottrae all’adempimento di obblighi tributari, formali e sostanziali, connessi ai presupposti già sorti dell’imposizione. Quali situazioni di fatto, scaturigine dell’obbligazione tributaria, essi assumono importanza in quanto riconosciuti da norme tributarie, che, a loro volta, definiscono, tra l’altro, il soggetto passivo, l’imponibile, le aliquote, i criteri di classificazione, di imputazione, con le ulteriori forme e ogni altro contenuto di rilevanza giuridica. Al fondo, il punto focale sul quale l’attenzione degli esegeti e degli operatori rimarrà concentrata sarà sempre lo stesso: comprendere se la condotta del contribuente è stata funzionale a non far sorgere il presupposto di imposta ovvero a non far nascere ed ostacolare l’accertamento di un’obbligazione tributaria già sorta.
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Alessandro Di Majo (avvocato del Foro di Roma)
L’azione di responsabilità del curatore nei confronti degli amministratori della società: criteri di imputazione della responsabilità e di determinazione del danno in presenza di un disordine nelle scritture contabili. Cass. S.U. 6 maggio 2015, n. 9100 e la composizione del contrasto giurisprudenziale sorto in seno alla Suprema Corte.
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